Silvestro, Camillo e Arrigo Boito:
una famiglia di artisti

Polpet, 28 e 29 luglio 2023

Cliccando play potrai ascoltare gli audio originali e leggere i testi dello spettacolo radiofonico degli anni ’50, Campanile d’oro, condotto da Enzo Tortora con interviste registrate proprio a Polpet.
In questo sito web sono a disposizione tutti i pannelli della mostra dell’evento.
Una memoria storica da conoscere e tramandare.

TRASMISSIONE RADIOFONICA

CAMPANILE D'ORO

La sera del 10 luglio 1952 ebbe luogo a Polpet di Ponte nelle Alpi un avvenimento che destò l’entusiasmo di tutti gli abitanti e che ancora oggi fa parte dei ricordi delle persone che erano presenti. 
 

In quell’occasione, con l’arrivo di Radiosquadra, come sta scritto nel vecchio bollettino parrocchiale di giugno/luglio di quell’anno, fu registrata una puntata della trasmissione radiofonica “Campanile d’oro” (come avvenne quell’estate anche in altre località del bellunese). Negli anni del dopoguerra l’apparecchio radiofonico era presente in quasi tutte le case e l’ascolto della trasmissione entrò presto fra le abitudini degli italiani, perché dava voce alle persone comuni con interviste, esibizione canore, notizie storiche e tradizioni locali.

 Il conduttore era Enzo Tortora allora poco più che ventenne, appena assunto dalla Rai e che sarebbe poi diventato celebre negli anni Settanta con “Portobello”. 
A testimoniare l’evento di Polpet è rimasto un disco a 78 giri, gelosamente conservato, con la registrazione di alcuni momenti della serata.

Ascolta le
Registrazioni

AUDIO 1

Populeto culla dei grandi Boito

Qui ai piedi del nostro monte Sant’Andrea c’è una vecchia borgata: poche casette rustiche dove il grigiore della pietra è aggraziato ad ogni facciata da ordini esterni di gradini dove si siedono tutti sotto il tetto che sporge, come ala benedetta, a protezione di antiche e nuove vite. Sui davanzali delle piccole finestre occhieggiano incuriositi e modesti molti gerani che danno variopinta corona al cortile sottostante.
In una di queste casette è nato, proprio 150 anni or sono, Silvestro Boito, miniaturista e pittore, padre del grande musicista e poeta Arrigo, del cui nome questa scuola si onora. 
Silvestro, nella sua puerizia, non ebbe istruzione alcuna poiché la madre, costretta a recarsi a servizio, non poteva incontrare altre spese se non quelle necessarie al viver suo e del figlioletto che, giunto all’adolescenza, sentì presto bruciare in sé la fiamma del sapere. Allora l’aula scolastica era una stalla d’inverno e, nelle altre stagioni, un porticato od un cortile. Si mise così a compitare, a imparare a leggere, a scarabocchiare per conto suo perché ……. dopo la morte del padre, non poteva avvalersi della guida del genitore e, come tutti i suoi ascendenti, godette fama di saper chiosare. 
E qui la sua vita prende il tono di racconto storico fiabesco. Il signor Luigi Colle, novello Cimabue, presso cui la mamma era a servizio, lo sorprese un giorno mentre disegnava e, meravigliato del tocco del suo gesto, lo prese con sé a Belluno per poi collocarlo presso l’Accademia delle Belle Arti di Venezia perché potesse perfezionarsi nella pittura, arte che prediligeva.
Spirito robusto ed avventuroso, prese a vagare in Italia ed all’estero, in Polonia particolarmente ed in Russia, ovunque adornando corti e dimore principesche di opere insigni di pittura e di miniatura.
In patria, a Firenze, sposò una nobildonna polacca, la contessa Giuseppina Rodolinsky, dalla quale ebbe due figli: Camillo nato a Roma nel 1838, nel tempo in cui lavorava di pittura in Vaticano agli ordini del sommo Pontefice Gregorio XVI di casa Cappellari, bellunese, ed Arrigo, nato nel 1842 a Padova dove, per esigenze della sua professione, si era stabilito, come egli scrisse, in grembo agli Antenori. Morì a Montagnana nel 1855.
Silvestro non dimenticò mai il paese natio; anzi, quasi ogni anno, usava trascorrere qualche giorno presso la madre, Angela Menegaz, nella rustica casetta che fu anche frequentata dai figli. Purtroppo non sono più molti dei nostri padri che ricorda.

AUDIO 2

La bella la va al fosso

ravanèi, remolàz, barbabietole, spinàz, tre palànche al maz
la bella la va al fosso, al fosso a resentàr
la va al fosso a resentàr.
 
Intant che la resénta 
ravanèi, remolàz, barbabietole, spinàz, tre palànche al maz
intant che la resènta
l’anello al gh’é cascà, eh l’anello gh’é cascà.
 
La alza gli occhi al cielo
ravanèi, remolàz, barbabietole, spinàz, tre palànche al maz
la alza gli occhi al cielo e la vide il ciel serén
e la vide il ciel serén.
 
La balza gli occhi all’onda 
ravanèi, remolàz, barbabietole, spinàz, tre palànche al maz
la balza gli occhi all’onda e la vide un pescator
e la vide un pescator.
 
Oh pescator dei pesci
ravanèi, remolàz, barbabietole, spinàz, tre palànche al maz
oh pescator dei pesci, venitelo a pescar
e venitelo a pescar.
 
Io sì che vegnarìa 
ravanèi, remolaz, barbabietole, spinaz, tre palànche al maz
io sì che vegnarìa ma voi esser ben pagà
ma voi esser ben pagà!

AUDIO 3

L’ Ave Maria

di Arrigo Boito affidata alla fresca voce di un bambino che si chiama Costantini Franco

Ave Maria, piena di grazia,
eletta tra le spose e le vergini sei tu,
sia benedetto il frutto, o benedetta, di tue materne viscere, Gesù.
Prega per chi adorando a te si prostra,
prega pel peccator, per l’innocente, pel debole oppresso 
e pel possente, misero anch’esso, tua pietà dimostra.
Prega per chi sotto l’oltraggio piega la fronte e sotto la malvagia sorte;
per noi tu prega, sempre e nell’ora della nostra morte.

LA MOSTRA